Recensione del documentario “Domani” (2016)
Oggi vi presento un documentario veramente interessante che ruota intorno a numerosi argomenti fondamentali per la salvaguardia del nostro pianeta. Dalla permacoltura, all’utilizzo delle energie rinnovabili, passando per una migliore gestione dei rifiuti, dei trasporti e molto altro.
Il film, intitolato “Domani” (durata circa due ore), parte da uno studio che ipotizza la scomparsa di gran parte dell’umanità entro il 2100. Proprio per questo i due registi Cyril Dion e Melanie Laurent (già attrice in film come “Vento di primavera” e “Bastardi senza gloria” di Tarantino) intraprendono un viaggio intorno al mondo per cercare cause ma soprattutto soluzioni a questo grande problema.
Il documentario è suddiviso in cinque capitoli: agricoltura, energia, economia, democrazia, istruzione, e all’interno di ognuno di essi vengono analizzate piccole o grandi realtà, intervistate persone che si battono per un mondo più eco-sostenibile.
L’agricoltura
Si parla di orti urbani, realizzati non solo per fornire più cibo alla popolazione, ma anche per sensibilizzarla rispetto all’agricoltura e la coltivazione. In Normandia si presenta la permacultura, incentrata sul ruolo di ogni singola pianta nell’ecosistema. Nell’azienda che viene presentata, si coltivano nello stesso punto del terreno viti da uva che fungono da pergola per riparare le sottostanti piante di pomodoro, a loro volta alternate a quelle di basilico che tengono lontane i parassiti.
Concentrando più piante che si compensano, nello stesso metro quadro di terreno è possibile produrre fino a 100€ di prodotti in un anno. I titolari dell’azienda intervistata sono riusciti a produrre ortaggi per 32.000€ con una superficie di 1.000 metri quadrati, e la cifra è destinata a salire di anno in anno con il miglioramento del terreno.
Per ottenere la stessa cifra con l’agricoltura tradizionale servirebbe almeno un ettaro e l’utilizzo di trattore che consuma carburante ed inquina, mentre in questo caso sono stati utilizzati attrezzi manuali all’avanguardia per la cura del terreno.
L’energia
Il progressivo inquinamento del nostro pianeta ha causato il cambiamento del ciclo dell’acqua, ecco perchè si verificano sempre più spesso eventi naturali violenti come nevicate, allagamenti e siccità. Ci sono città e paesi che fortunatamente stanno remando contro questa tendenza, cercando si sfruttare al massimo l’energia pulita, e non contribuire più all’inquinamento globale.
A Copenaghen, in Danimarca, si utilizzano energie rinnovabili come il vento, grazie ad enormi pale eoliche, e l’obiettivo è diventare completamente autosufficienti entro il 2025, eliminando l’utilizzo di combustibili fossili.
Ancora meglio ha fatto l’Islanda, risollevatasi dalla crisi economica del 2008-2009, ed ora auto-sufficiente al 100% per quanto riguarda la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. All’isola scandinava resta solo da eliminare l’inquinamento derivante dalle automobili.
Un mondo migliore passa anche per una migliore gestione del problema rifiuti, e la raccolta differenziata è divenuta ormai imprescindibile. Ne è un esempio la città di San Francisco, che differenzia addirittura l’80% dei rifiuti urbani. Più i cittadini collaborano differenziando e meno pagano di tasse sullo smaltimento dei rifiuti.
L’economia
“Pensare globale ed agire locale” è un motto che si può introdurre anche in materia economica. Il documentario racconta l’esperienza di monete locali, affiancate a quelle ufficiali, citando la sterlina di Bristol (Inghilterra) che viene utilizzata in città come la sterlina comune, per pagare prodotti e servizi.
O ancora più eclatante è il caso della Banca Wir Svizzera con sede a Basilea, che fornisce questa moneta complementare al franco svizzero ed utilizzata dalle piccole e medie imprese fin dal 1934.
Per concludere
Sebbene la situazione globale sia alquanto complicata e questo lento declino sembri irreversibile, possiamo ancora cambiare le carte in tavola. E’ questo il fulcro di questo consigliatissimo documentario.
Dobbiamo acquisire più responsabilità, supportare le economie locali, rinforzare l’agricoltura, trovare alternative al sistema che ci ha portati in questa situazione. Dobbiamo muoverci e soprattutto, farlo ora.