Il crudismo vegano approda anche a Masterchef
La filosofia crudista vegana raggiunge il grande pubblico grazie al programma culinario Masterchef, in onda sulla pay-TV Sky… prova che i tempi stanno cambiando?
Probabilmente si: a pochi mesi dall’apparizione in TV della parodia dello Chef Vegano Crudista di Maurizio Crozza (amata da alcuni, odiata da altri), ora è il momento di Masterchef, il reality di cucina forse più seguito in Italia.
Lo scorso giovedì, nell’ottava puntata del programma, la classica prova in esterna prevedeva infatti un menù vegano, in parte crudista, da preparare nella splendida cornice del Parco Sigurtà a Valeggio sul Mincio (Verona).
I concorrenti delle due brigate, rossa e blu, hanno cucinato per 20 monaci shàolín, provenienti come il loro Maestro Schì Hong Chán, dal Centro Culturale Shàolín di Milano.
Questa cultura zen fa parte del Buddismo ed unisce il vigore ed il controllo dato delle arti marziali, alla meditazione e alla ricerca di sé stessi, nel rispetto di uomini e animali.
I due menù vegano crudisti a Masterchef
Che cos’hanno preparato i concorrenti delle due brigate, rispettando i dettami della cucina vegana? Lo vediamo subito, specificando che tutti gli antipasti ed i dolci sono crudisti, e quindi gli ingredienti non mai stati scaldati oltre i 42° centigradi. Per i secondi piatti, invece, è stata concessa la possibilità di cuocere i vari seitan, tofu ed alghe.
Brigata blu:
- Antipasti: Centrifugato di clorofilla e mirtilli, vellutata di cavolfiore, polpette vegane con salsa
- Secondi Piatti: Stufato di zucca e fagioli e insalata di tofu, albicocche e noci
- Dolce: Crostata crudista alla frutta
Brigata rossa:
- Antipasti: Centrifugato di radici e melograno, vellutata di carote, hummus di quinoa con verdure
- Secondi Piatti: Stufato di seitan e patate, insalata di alghe e tofu
- Dolce: Tiramisù vegano
Chi segue il programma, o avrà magari guardato la puntata, avrà avuto modo di osservare gli ingredienti utilizzati per la preparazione dei piatti. Si notano procedimenti ed utilizzi che già conosciamo, come i datteri nella base della torta crudista, oppure le banane nel composto del tiramisù.
L’apertura al crudismo di un programma così seguito potrebbe avere conseguenze importanti: avvicinare all’argomento nuovi aspiranti crudisti, oppure spingere qualcuno ad investire in questo campo, sia in termini di prodotti, che magari nuove produzioni televisive.
Che questo sia un male o un bene, non saprei dirlo, possiamo solamente aspettare, e vedere se qualcosa succederà, oppure se si è trattato solamente di una “meteora” di metà febbraio 2017.