Crudismo Vegano, la storia
Le radici del crudismo sono da ricercarsi in tempi lontanissimi, ancora prima della scoperta del fuoco, quindi circa un milione e mezzo di anni fa, quando gli uomini di allora consumavano il cibo crudo. Ciò che forniva l’ambiente circostante diventava fonte di nutrizione, per cui gli uomini, che ai tempi vivevano sugli alberi, avevano a portata di mano frutta e bacche in quantità.
Le prime battute di caccia e pesca terminavano con il consumo di animali crudi, almeno fino alla scoperta e al successivo controllo del fuoco, da quel giorno tutto è cambiato, e il cibo, da elemento con fini prettamente nutritivi, è divenuto progressivamente materia di sperimentazione culinaria.
Nell’antica Grecia Pitagora fondò una scuola di pensiero filosofica e religiosa dove era richiesto essere vegetariani, Ippocrate, uno degli studenti di Pitagora è ritenuto il “padre della medicina”, famoso anche per la massima “lascia che il cibo sia la tua medicina”, egli considerava la natura come “il medico delle malattie”, e i veri medici dovevano solo seguirne l’insegnamento.
Crudismo Vegano, la dieta crudista
L’assunzione di cibi crudi come vera e propria dieta fu sviluppato in svizzera dal dottor Maximilian Bircher-Benner, famoso ai più come inventore del muesli, egli guarì dall’ittero (colorazione giallastra della pelle dovuta ad eccessivi livelli di bilirubina nel sangue) grazie ad una dieta basata su mele crude.
In seguito Bircher-Benner condusse esperimenti per capire gli effetti sulla salute di una dieta a base di vegetali crudi. Nel 1897 fondò una clinica privata dove curava i suoi pazienti attraverso una dieta equilibrata a base di materie prime vegetali e frutta, auspicando l’armonia tra l’uomo e la natura.
L’attivista e pacifista americano Herbert Shelton, fu, agli inizi del diciannovesimo secolo un fautore della dieta vegan crudista, quando iniziò a diminuire il consumo di cibi cotti a favore di noci, frutta, insalate di verdura fresca. Il crudismo, che egli identificava come igienismo naturale, è uno stile di vita che promuove un’alimentazione sana e naturale, escludendo l’utilizzo di medicine. Shelton infatti affermava che la cottura altera il valore nutritivo dei cibi e che un corpo sano ha la capacità di ristabilirsi dalla malattia senza ausili medici.
Certo è che tutte queste insalate, succhi e spremute non erano proprio il massimo dell’attrattiva per la generazione del “cibo-spazzatura”. Quello di cui il movimento vegano crudista aveva bisogno, era introdurre un po’ di gusto, di sperimentazione, di fattore sorpresa, per cui cominciano ad entrare in gioco personaggi che portano questa dieta ad un altro livello decisamente superiore.
Gente come Juliano, lo chef che ha aperto il primo ristorante crudista a Los Angeles, in California: il suo locale non è solamente un posto dove mangiare frutta e verdura cruda, ma è uno sperimentare l’arte del gourmet vegano crudista, dove ogni piatto è frutto di elementi e fattori calcolati con la massima attenzione e passione.
Le materie prime utilizzate sono bio organiche e frutto di produttori locali, e la gestione tende a rendere l’esperienza non solo culinaria ma amalgamata all’interno di un mondo di arte, musica e colori.
Oppure lo chef Chad Sarno, la cui missione è rendere il gusto dei cibi crudi come se fossero cotti, e si parla di pizza, hamburger, tartine, torte, pane e pasta, non semplici insalatine!
Nuovi ristoranti, pubblicazioni, festival stanno cominciando a diffondersi capillarmente, e se prima potevamo considerare il crudismo come la “dieta degli antenati”, ora con il supporto di attrezzature moderne e l’accesso ai gusti di altre culture, una cosa è sicura: il crudismo è “ora”.